SONO MONICA

di Marco Pilotti

Domenica 11 settembre

Monza, cuore pulsante della lussureggiante Brianza, una volta all'anno si spoglia della sua routine quotidiana per indossare l'abito delle grandi occasioni. Nei primi giorni di settembre, il celebre autodromo situato all'interno del più grande parco cittadino d'Europa diventa il palcoscenico del grande circo della Formula Uno.

Il Gran Premio di Monza è un evento unico. In questa storica arena delle quattroruote, leggende dell'automobilismo si sono sfidate fino all'ultimo respiro, portando il livello agonistico a vette tali da imprimere i loro nomi nella storia.

Alcuni di questi campioni sono ricordati ancora oggi con targhe commemorative che intitolano curve o tratti della pista. Un esempio emblematico è la famosa variante Ascari, che rende omaggio a uno dei più grandi piloti di tutti i tempi.

Durante la Kermesse automobilistica, la città si tinge di un solo colore: il rosso Ferrari. Fiumi di persone si riversano nelle strade, esibendo con orgoglio il celebre cavallino rampante, stampato su magliette, visiere di cappellini e bandiere.

Fin dalle prime luci dell'alba, il rombo incessante degli elicotteri si mescola con il frenetico ruggito delle monoposto, guidate da piloti intrepidi intenti a carpire gli ultimi segreti della pista prima della partenza. 

Chi mastica l'automobilismo sa bene che il Gran Premio di Monza si decide tutto alla prima curva, dove ogni istante può fare la differenza tra la gloria e la sconfitta.

Solo chi è nato e cresciuto a pochi passi dall'autodromo, come Marco, con sangue misto a benzina a cento ottani che scorrono nelle vene, può comprendere l'importanza di quei dodici secondi che separano il via dalla variante in fondo al rettilineo. Il circuito di Monza è uno dei più veloci al mondo; sorpassare è quasi impossibile. Per questo, il pilota che arriva in testa alla prima curva ha ottime possibilità di salire sul gradino più alto del podio e stappare la magnum dello champagne.

Come ogni anno, Marco si era sistemato sul divano davanti al televisore, pronto a vivere l'emozione della gara. La griglia di partenza vedeva Sainz in pole position, seguito da Verstappen su Red Bull, Leclerc con l'altra Rossa al terzo posto, e Russel su Mercedes al quarto.

Al suo fianco, con indosso una maglietta rossa a tema, sedeva l'amico Sergio, un giovane liutaio con una passione per i motori pari solo a quella per la musica. Si erano conosciuti qualche anno prima, quando Marco aveva portato da lui una vecchia chitarra da riparare. Nonostante un iniziale disguido, superato l'episodio, tra loro era nata una sincera amicizia.

Oltre all' amore per la Ferrari e per le chitarre, i due scoprirono di avere moltissimi altri interessi in comune, come ad esempio una grande passione per le serie televisive.

Mancavano pochi secondi alla partenza quando lo smartphone, appoggiato sul tavolino accanto alle birre e ai salatini di rito, emise il suono inconfondibile di una notifica.

Marco lanciò uno sguardo distratto al display. Era una mail proveniente da un indirizzo sconosciuto. "La solita pubblicità" pensò, e senza dargli importanza, tornò a guardare lo schermo: la gara stava per cominciare.

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