"Conclave", ottimo per la critica ma...

17.11.2024

di Malio Pricott

"Sede vacante!", annuncia il cardinale statunitense Tremblay: il che significa che il pontefice è spirato, e che un conclave dovrà riunirsi a breve per decidere chi dovrà succedergli.

La pellicola, diretta da Edward Berger, (uscito nelle sale statunitensi il 25 ottobre 2024, mentre in quelle italiane il debutto è previsto il 19 dicembre) sta riscuotendo grande successo negli Stati Uniti e si prevede che sarà un forte contendente agli Oscar di quest'anno. Basato sul bestseller di Robert Harris, il film esplora uno degli eventi più segreti e antichi del mondo: la scelta del nuovo Papa. 

La trame è incentrata sul il cardinale Lawrence, interpretato da Ralph Fiennes, che si trova a gestire il processo segreto dopo la morte improvvisa del Papa. La trama si sviluppa all'interno delle mura del Vaticano, dove i leader più potenti della Chiesa cattolica si riuniscono per eleggere il nuovo Pontefice. Durante questo processo, Lawrence scopre un segreto che potrebbe scuotere le fondamenta stesse della Chiesa.

Le performance degli attori sono state ampiamente elogiate, con Ralph Fiennes che offre una delle sue migliori interpretazioni recenti. Il film è stato descritto come visivamente straordinario, con inquadrature composte con un occhio pittorico preciso. La critica ha apprezzato anche la complessità intellettuale e la profondità del film, che offre uno sguardo affascinante e provocatorio su un processo antico e misterioso.

Nonostante gli elogi della critica, non sono mancati i malumori da parte del pubblico cattolico.

La rivista statunitense Catholic Review, diretta dall' Arcidiocesi di Baltimora, la diocesi più antica degli Stati Uniti, non ha dato il suo nulla osta alla pellicola, ritenendo che il film potesse risultare offensivo o irrispettoso per gli spettatori impegnati nei credi della Chiesa, a causa della rappresentazione caricaturale dei diversi punti di vista al suo interno e di alcune inesattezze riguardanti il diritto canonico.

Infine, John Mulderig, l'autore della recensione, invita i suoi lettori ad avvicinarsi con cautela a questa produzione, visivamente coinvolgente ma manipolativa – e talvolta sensazionalista: "Il fumo ideologico che emette rimane persistentemente grigio."

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