"Lo latino è perpetuo" è un saggio scritto da Maurizio Trifone

18.02.2025

Il latino è stato di fondamentale importanza nella costituzione di un lessico internazionale. La lingua dell'antica Roma ha impresso il proprio marchio sul vocabolario intellettuale e scientifico europeo anche perché è stata il tramite della diffusione di un numero elevatissimo di parole di origine greca.

"Lo latino è perpetuo" è un saggio pubblicato da Carocci editore e scritto da Maurizio Trifone, docente di linguistica italiana all'Università degli Studi di Cagliari, che molti ricorderanno anche come autore del "Devoto-Oli dei sinonimi e contrari" (Le Monnier, 2013). Come recita il sottotitolo, questo testo tratta "Parole attuali di una lingua antica" e rintraccia gli echi di tale idioma nelle nostre espressioni attuali.

La nostra lingua è debitrice a quella degli antenati e gli indizi si riscontrano in tanti suoni, in tante evidenze su cui magari non ci eravamo mai soffermati o che proprio non conoscevamo. Ci pensa così il professor Trifone a condurci lungo un excursus che dall'oggi arriva nell'antica Roma, attraverso parole popolari d'uso parlato e comune ma anche attraverso lessemi dotti, recuperati invece dai documenti scritti.

Due sono i livelli su cui si è creato il rapporto tra il latino e l'italiano odierno: il primo, il processo di trasformazione del parlato, avvenuto col tempo e spontaneamente; il secondo, la tendenza a recuperare intenzionalmente parole dal latino in epoche diverse. Un esempio di questo è il sostantivo "albero", assimilato nella lingua in maniera naturale e gradualmente, versus "arboreo", introdotto come aggettivo aulico dall'umanista napoletano Jacopo Sannazzaro. Capita anche che la parola latina da cui discende il termine contemporaneo non sia più desumibile, in quanto assente nelle fonti; per ricostruirla, entra in gioco la comparazione con le altre lingue romanze.

Sfogliando le pagine di questo saggio, si faranno tante scoperte interessanti. Per esempio, inizialmente "bocca" si diceva "os", ma poiché "os" significava anche "osso", quest'ultimo soppiantò la versione breve. Così "os" (bocca) venne sostituito da "bucca", che in origine significava guancia. Questa versione si diffuse in tutta l'area romanza: oltre al nostro "bocca", abbiamo il francese "bouche", e "boca" utilizzato in provenzale, catalano, spagnolo e portoghese.

Un'altra scoperta riguarda la parola "matrimonio", collegata a "mater", che indicava la condizione per cui la donna acquisiva il diritto (e dovere) di fare figli legittimi. Questo termine rivela aspetti antropologici e sociali importanti: il compito principale attribuito alle donne sposate era di procreare. E l'ospedale? Prima di diventare ricovero per ammalati, era rifugio per viandanti e pellegrini, come rivela la sua radice "hospes": l'ospite, il visitatore che, nell'antichità, godeva di un certo riguardo.

Secondo il professor Trifone, "Il latino è una componente essenziale dell'identità italiana ed europea. Per questo dobbiamo cercare di trasmettere alle giovani generazioni l'idea che il latino non è morto, ma vive ancora nella nostra lingua e nella nostra cultura".

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