La Statua di San Michele e la Chiesa Abbattuta

Mani provvidenziali staccarono l'affresco dal muro prima che la chiesa che lo conteneva fosse demolita. Oggi, quell'affresco si può ancora ammirare all'interno del Museo del Duomo, mentre un dipinto che lo raffigura è conservato nella Canonica del Duomo di Monza, a testimonianza di ciò che fu e che non esiste più.
Tutti conoscono la Basilica di San Giovanni (o Duomo) come la chiesa più antica di Monza, ma pochi ricordano la Chiesa di San Michele Arcangelo. Costruita in epoca longobarda nel 628 d.C., la chiesa si trovava nell'attuale via Francesco Crispi e rimase in piedi fino al 1921.
Un Pezzo di Storia Perduto
Agli albori del XX secolo, l'amministrazione socialista decise di abbattere la chiesa insieme al convento degli Umiliati di Sant'Agata per creare spazio per una nuova strada, dedicata all'eroe del Risorgimento Francesco Crispi. Questa scelta rispondeva all'esigenza di riorganizzare urbanisticamente il centro cittadino e ampliare piazza Carducci con la costruzione della sede del Banco Ambrosiano.
Un aspetto peculiare di questa antica chiesa è che fu sede di incoronazioni di sovrani, come il Duomo di Monza. Nel 1128, Corrado III Hohenstaufen di Svevia fu incoronato re d'Italia dall'arcivescovo di Milano, Anselmo V di Pusterla. Questa decisione costò all'arcivescovo la scomunica, poiché il re legittimo designato era Lotario II.
I Tesori della Chiesa di San Michele
La chiesa, piccola e a navata unica, era molto venerata dai Monzesi e gestita dagli Umiliati, un ordine religioso di grande importanza. Probabilmente agli inizi del XIV secolo, la chiesa fu decorata con un ciclo di affreschi dedicati alla Vergine, realizzati da un pittore riminese nel 1320. Oggi restano solo due scene: una Dormitio Virginis, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli in via Zucchi, e una Messa di San Michele, nel Museo del Duomo.
Le Interpretazioni dell'Affresco
L'affresco, originariamente di grandi dimensioni, rappresenta una messa a cui assistono il Cristo Redentore, la Vergine, vari santi tra cui l'arcangelo Michele, e la corte longobarda con la regina Teodolinda e il re Agilulfo. Diverse interpretazioni sono state proposte: una rievocazione dell'apparizione della corte celeste alla consacrazione della grotta di San Michele sul Gargano, una messa di Ognissanti, o una messa per i defunti con i sovrani longobardi ispirata a un brano della Legenda Aurea.
Per commemorare la chiesa scomparsa, nel 2004 è stata collocata una statua di bronzo di San Michele in piazza San Paolo. Alta quasi quattro metri e realizzata dallo scultore Benedetto Pietrogrande, la statua riprende l'iconografia dell'affresco, con il santo che tiene uno scettro coronato da un fiore di giglio.
Un Ricordo Controverso
La scelta di rappresentare San Michele senza la spada suscitò polemiche politiche. La Lega Nord accusò l'allora sindaco di centrosinistra Michele Faglia di aver snaturato la realtà in nome del pacifismo. Tuttavia, è interessante notare che il telo che copriva la statua prima dell'inaugurazione fu disegnato dal noto stilista monzese Lorenzo Riva.
In conclusione, l'affresco di San Michele Arcangelo rimane una preziosa testimonianza di un pezzo di storia monzese che non esiste più.